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Archivio di Stato di Forlì-Cesena

Deposito del piano primo della sede di Forlì


Patrimonio documentario

Il patrimonio documentario dell’Archivio di Stato di Forlì-Cesena costituisce la fonte primaria per cinque secoli di storia della città di Forlì e per la storia del territorio della sua Provincia fin dal 1798 quando cioè Forlì fu scelta come capoluogo del Dipartimento del Rubicone secondo i nuovi confini.

Il nucleo fondante del patrimonio è costituito dai complessi archivistici del(la Prefettura del) Dipartimento del Rubicone (1798-1815), della Legazione apostolica di Forlì (1815-1859) e della Prefettura (regia, poi repubblicana) di Forlì (1859-1960), a cui è da affiancare senz’altro (in deposito, ma strettamente integrato) il Comune di Forlì (preunitario e postunitario) (solo dal 1491; è andata perduta tutta la documentazione del libero comune, della signoria degli Ordelaffi e in genere tutta la documentazione anteriore al passaggio sotto il dominio diretto della Santa Sede ad eccezione di una pergamena del 1258, recante modifiche statutarie, e del cosiddetto Libro “Madonna” (1 gennaio 1491-17 febbraio 1504), che si riferisce alle signorie di Caterina Sforza (1488-1499) e di Cesare Borgia (1499-1503) e alla breve restaurazione degli Ordelaffi (1503-1504) e la Provincia di Forlì (dal 1831 pontificia, poi regia e repubblicana).

Dalla scelta di Forlì capoluogo discende l’istituzione in Forlì di tutti i relativi uffici statali quali in primo luogo, quelli giudiziari: quindi, gli Atti giudiziari (1797-1815) di Pretura di Forlì e Tribunale di appello del Rubicone, sezione criminale (la sezione civile è presso l’Archivio di Stato di Ravenna), poi Giudicatura di pace di Forlì e Corte di giustizia civile e criminale del Rubicone, il Tribunale civile di prima istanza e Tribunale criminale, poi Tribunale civile e criminale (1816-1859) il Tribunale di Forlì (1860-1936) comprensivo delle seconde copie di competenza degli Atti di Stato civile dei Comuni della Provincia di Forlì (ora digitalizzati per una parte considerevole sul Portale Antenati), la Corte di assise di Forlì (1860-1902); in secondo luogo, quelli catastali: Catasti del Forlivese (1553-1880), Catasto Gregoriano (1835-1922), Cessato catasto urbano (1862-1961), per Rimini il Catasto Calindri (contado) (1668-1886), l’Ufficio del bollo e registro di Rimini (1815-1860) e l’Ufficio del registro di Rimini (1861-1942); in terzo luogo quelli militari ovvero Ufficio di leva di Forlì (1841-1955) e di Ravenna (1918-1955) e Distretti militari di Forlì (1859, 1871-1945) e Ravenna (1871-1945) e in quarto luogo il Genio civile di Forlì (1803-1972).

Un secondo nucleo di fondi statali è costituito dal grande patrimonio documentario delle Corporazioni religiose soppresse (1115-1865) che comprendono fra le tante altre il Monastero di San Mercuriale, nel cui fondo è compreso il cosiddetto Libro “Biscia” che conserva atti dall’893 (in copia del sec. XIV), dalla Congregazione di carità (1770-1931) e dagli Atti notarili dei notai dei distretti riuniti di Forlì, Cesena e Rimini dal 1342 in poi.

L’Archivio di Stato di Forlì-Cesena conserva altresì (oltre agli archivi dei Comuni di Montescudo e Portico-San Benedetto) alcuni fondi di famiglia e di persona fondamentali per la storia di Forlì fra cui l'archivio Dall'Aste Brandolini (secc. XII-XIX) e l'archivio del senatore Alessandro Schiavi (1890-1965), l’archivio Alessandro Fortis, parte dell’archivio dei Merenda (in donazione) e soprattutto i due fondi familiari Paulucci de’ Calboli e Paulucci de’ Calboli-Ginnasi, di proprietà del Comune di Forlì, di rilevanza nazionale e internazionale il primo che comprende anche gli album fotografici e della famiglia e le carte della famiglia Tornielli Brusati.

Conserva, infine, anche documentazione della Romagna Toscana, ovvero i tredici comuni in Provincia di Firenze fino al 1923 e aggregati, poi, per R.D. 544 del 04 marzo 1923, a quella di Forlì. Si segnalano: il Tribunale collegiale di prima istanza di Rocca San Casciano (1837-1859) e il Tribunale di Rocca San Casciano (1860-1923), il Capitano poi Vicario di Bagno di Romagna (1531-1883), ma soprattutto i Catasti della Romagna Toscana (1453-1941) e il Catasto della Romagna Toscana del 1834 (1834-1952).



Ultimo aggiornamento: 29/08/2024